mercoledì 4 giugno 2008

Com'è nato l'orto botanico?

CENNI STORICI SULLA CREAZIONE DLL'ORTO


L’Orto Botanico pavese si trova nell’attuale sede dagli ultimi decenni del 1700, dopo vari tentativi per trovare una sede idonea alla coltivazione e all’insegnamento dei semplici nella facoltà medica.
La prima cattedra di Botanica fu istituita da Fulgenzio Witman (1763 - 1773), monaco vallambrosano allievo di Maratta, che insegnò a Pavia dal 1763 al 1773: in questo periodo fu invitato a dare indicazioni per la costruzione di un giardino dei semplici in luoghi diversi dalla sede attuale dell’Orto Botanico. Fu in particolare il conte Firmian, plenipotenziario degli Asburgo per la Lombardia, che individuò quella che sarebbe diventata la sede definitiva nell'area della chiesa di S. Epifanio, annessa al convento dei Padri lateranensi. Per la progettazione dell'Orto pavese, già dal 1772 il Conte Firmian suggeriva alle autorità di assumere come modello l'Orto dei semplici di Padova e di ricorrere in particolare all'esperienza di Marsili, che allora lo dirigeva.
Costui inviò infatti una relazione in cui venivano indicate le caratteristiche di un orto destinato all'insegnamento. Le autorità di Milano, sede del Vicerè austriaco, ebbero anche una pianta del giardino di Schoenbrunn, allora diretto da Jaquin, e una del giardino di Vienna.

Nel 1773 i lavori per la realizzazione dell'Orto erano già avviati e nel 1774 venne insediato nell'edificio il Laboratorio di Chimica; secondo la ricostruzione storica fatta da Valerio Giacomini (1959), risulta che già nel 1775 era in atto l'utilizzazione dell'Orto, mentre solo nel 1776 iniziò la costruzione delle serre in legno su progetto dell'architetto Giuseppe Piermarini, più tardi ricostruite in muratura su disegno dell'architetto Canonica.

Nel 1777, quando assunse la direzione Giovanni Antonio Scopoli (1777 - 1788), l'Orto Botanico aveva un assetto molto simile a quello attuale, soprattutto per gli edifici e la perimetrazione. Sotto la direzione di Scopoli, l'Orto Botanico pavese raggiunse un assetto definitivo, comparabile per efficienza a quello di Orti Botanici ormai celebri, come quello di Padova, che inizialmente fornì gran parte delle piante. Scopoli stabilì corrispondenze con numerosi botanici europei, ma nel 1797 lasciò il posto a Nocca (1797-1826), che lasciò la direzione dell'Orto Botanico di Mantova. Egli arricchì le collezioni con scambi di semi e di piante, e promosse il rifacimento delle già citate serre, dette di Scopoli, facendone sostituire le strutture lignee con quelle in muratura. Nel 1871 venne poi cosrtuito il Laboratorio Crittogamico per lo studio delle malattie delle piante dovute a crittogame parassite.
Il periodo della scuola di Giovanni Briosi (1883 - 1919) segnò un ulteriore miglioramento dell'Orto Botanico, soprattutto per l'aggiunta di serre calde.
Nel 1943 assunse la direzione dell'Orto Raffaele Ciferri ( 1943 - 1964) che, nell'immediato dopoguerra, si trovò a dover fronteggiare gravi perdite nelle collezioni e gravi danni nelle strutture dell'Istituto. Le scelte furono quindi dirette verso la massima economia possibile: furono rimosse le serre sul lato meridionale dell'edificio, che venne trasformato in facciata monumentale dell'Istituto, e si rimodellò l'impianto del giardino sull'esempio dei parchi delle classiche ville lombarde del XVII e XVIII secolo.

Durante la successiva direzione di Augusto Pirola (1982 - 1996) furono introdotte nuove collezioni (Hydrangea, Pelargonium, Hosta) e fu modificata l'impostazione della collezione di rose. Dal 1997 l'Orto Botanico fa parte del Dipartimanto di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri, nel quale è confluito l'Istituto di Botanica. Dalla stessa data inizia la direzione di Alberto Balduzzi (1997-2002) durante la quale si sono gettate le basi di una collezione di piante officinali. Inoltre sono stati eseguiti importanti interventi di restauro manutentivo. L'attuale direttore è Francesco Sartori.


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